Musei e siti archeologici

La torre di Crawford

  La Torre Saracena di S. Nicola Arcella è situata sopra un contrafforte che protegge la baia del porto naturale del paese. L’alta scalinata che porta al primo piano e al secondo piano della torre rappresenta uno degli elementi più importanti di tutta la costruzione. I blocchi di pietra lunghi circa 50 cm e larghi 20 cm, sono sorretti da due grandi archi sovrapposti. Il primo arco immette nel primo piano, il secondo arco immette nel secondo piano. Sopra la torre, il terrazzo serviva per comunicare e avvertire le altre torri di vedetta su eventuali incursione e ciò avveniva tramite grandi falò. In questa torre dimorò ai primi del ‘900 Francis Marion Crawford(1854-1909), scrittore americano, famoso soprattutto per i suoi romanzi storici e del terrore; egli, oltre che scrittore di successo, era appassionato di vela. Mentre compiva un viaggio nelle acque del Tirreno Meridionale, sbarcò nella baia di San Nicola Arcella e si innamorò del posto, soprattutto della torre cinquecentesca posta a difesa delle incursioni saracene. La torre si erge solitaria su questa porzione di roccia ad uncino e non c’è casa che si possa scorgere nel raggio di tre miglia. Un viottolo conduce dalla torre ad una sorgente fatta aprire proprio da Crawford, dove una lapide reca inciso: ”O marinari che vi dissetate su questo lido ove in passato non si trovava stilla d’acqua, pregate per l’anima di colui che aperse questa fonte”. A. D. 1905 . Il romanziere tornò spesso a San Nicola, dove completò uno dei suoi ultimi romanzi “The diva’s ruby”(1907), soggiornandovi alla ricerca di luoghi e tracce del passato medievale di questa zona, ambiente ideale per i suoi racconti intrisi di mistero.  

La Grotta del Romito

  Sito archeologico di assoluto rilievo, risalente al Paleolitico superiore, la Grotta del Romito contiene evidenti e abbondanti tracce di frequentazione umana, nonché tra le maggiori testimonianze dell’arte preistorica in Italia, tra le più antiche d’Europa. Il sito si trova in località Nuppolara in agro del Comune di Papasidero, a 296 metri di quota tra gli anfratti della scoscesa Valle del Lao. L’area archeologica ricade nella superficie del grande Parco Nazionale del Pollino, venne individuata nel 1961 regalando preziose informazioni circa la vita preistorica dell’homo sapiens. All’interno della Grotta del Romito, scavata nella roccia calcarea per 20 metri di profondità, è stato rinvenuto nel 1961 un graffito raffigurante due bovidi (Bos primigenius) che gli esperti di paleontologia fanno risalire al Paleolitico superiore, circa 16 mila anni fa. Il graffito mostra la figura di un toro preistorico lungo circa 1,20 metri, disegnato con tratto forte e sicuro. Le corna, viste ambedue di lato, sono proiettate in avanti e hanno il profilo chiuso. Sono rappresentate con cura alcuni particolari del primo bovide come le narici, la bocca, l’occhio appena accennato, l’orecchio. Nello stesso graffito, al di sotto della grande figura di toro vi è incisa, in maniera più sottile, un’altra figura di bovide di cui sono eseguiti soltanto il petto, la testa e una parte della schiena. All’interno della Grotta del Romito, di fronte al masso con i 2 bovidi ve ne è un altro di circa 3,50 metri di lunghezza, con segni lineari incisi di significato apparentemente incomprensibile, ma di chiara mano umana. Le meraviglie del Romito non finiscono ai graffiti impressi nella roccia calcarea.